GUGIA D’ORA DUMILAESETT:
AL BAR BELL di LAURA MINELLI
La redazione di concorezzo.org e l’Associazione giovani padani Cuncuress conferiscono la “GUGIA D’ORA” 2007 al Bar Bell di Laura Minelli per gli 82 anni portati dietro al bancone e per la tenacia e l’orgoglio di rappresentare la terza generazione di una storia di bar e baristi. Per ogni giorno in cui, insieme alla porta di via Libertà 160, si apre in Concorezzo una finestra capace di raccontare oltre un secolo di vissuto concorezzese. Per un locale che si veste da emblema della tradizione popolare.
BAR BELL, LA STORIA DI CONCOREZZO IN UN BICCHIERE
A guardarla dietro al bancone non le daresti più di 70 anni. E invece Laura Minelli di primavere concorezzesi ne ha viste passare ben 82. Il bar che gestisce, che oggi si chiama Laura come lei ma che i concorezzesi amano ancora citare come Bar Bell, ha una storia ancora più lunga. Se si dovessero sommare anche i bianchini serviti da quando la capostipite Angela Cazzaniga aprì la prima osteria nella Curt dal lacc (poi con altri passaggi denominata Osteria dell’unione), si annegherebbe piacevolmente in un mare di vino. Quel piccolo baretto, con uno dei pergolati più affascinanti del paese, è una pagina di storia popolare. Prima la sciura Angela, poi Enrico Colombo e la moglie Pierina Meroni e dopo Laura Minelli con il marito Alessandro Colombo. Dal 1954 il bar apre puntualmente intorno alle 6 del mattino al civico 160 di via Libertà, ma ancora prima, almeno dal 1949, era collocato dall’altro lato della principale arteria cittadina, accanto all’Osteria del gallo. “Quand serum de là il locale l’era duperaa anca per i spusalisi – racconta Laura, aprendo il libro dei ricordi – Invece di qui quanti biceratt suta ‘l bersò…”. Già, perché era una sorta di rito: aperitivo da Laura, poi tutti a mangiare da Pierino. Ne ha vista passare di gente il Bar Bell, tanti concorezzesi e tanti furestè, soprattutto quelli che lavoravano alla Dogana. Sui muri foto storiche e un sorridente papa Giovanni. Ai tavolini ci stanno due clienti che, quella storia che si cerca di raccontare in poche righe, la potrebbero sviscerare con una infinità di aneddoti. Di quando nel Bar Bell si ascoltava Radio Londra, di quando ai tavoli sedevano i partigiani. E oggi a resistere c’è Laura, a volte supportata dalla figlia. Sveglia alle quattro del mattino, mestee, e poi su la “cler” intorno alle 6. E le luci al Bar Bell si spengono solo alle 20. Pensare di chiudere? “Mai, questa è la mia vita”, e sorride guardando i due clienti fermi ad ascoltare l’inaspettata intervista. Al bancone non possiamo resistere e ordiniamo un bianco spruzzato, un bianc faa ben. Non ha il sapore commerciale e stereotipato degli happy hour di oggi. Ha il sapore di Concorezzo. La porta del bar è aperta, in fondo c‘è il bersò. Chi non si è mai regalato anche pochi minuti a quei tavolini, magari passando mille volte davanti all’ingresso, si è perso qualcosa. Davvero.
“GUGIN” DUMILAESETT:
AL CONSIGLIERE SILVIA COLOMBO
La redazione di concorezzo.org e l’Associazione Giovani Padani Cuncuress conferiscono il “GUGIN” 2007 al consigliere SILVIA COLOMBO per aver dimostrato che in politica c'è ancora qualcuno in grado di dimettersi e per non aver parlato in politichese. Per la pungente uscita di scena dal Consiglio comunale e per aver stimolato la riflessione sulla vera partecipazione. Per aver dimostrato che le etichette non stanno appese senza infilarci... uno spillo.
GUGIA D’ORA DUMILAECINQ:
FRANCO RURALE
La redazione di concorezzo.org, l’Associazione giovani padani Cuncuress e l’associazione I noster radìs conferiscono la "gugia d'ora dumilaecinq" al barbè Franco Rurale per i suoi primi cinquant’anni da artigiano dei capelli in Cuncuress (1955-2005)
Per avere custodito per cinquant’anni una tradizione che non è solo un mestiere, ma anche un momento di socializzazione e confronto. Come simbolo di un attaccamento al paese che ha saputo resistere all’erosione portata dai Centri commerciali e alla sfida delle mode, restando per mezzo secolo un punto di riferimento sicuro per centinaia di clienti.
LA STORIA DI CONCOREZZO IN POLTRONA
Era il 1955 quando l’allora ventiduenne Franco Rurale, di ritorno in paese dopo un anno e mezzo di servizio di leva, decise di aprire la sua bottega in via Marconi. Nato il 15 dicembre 1933 in via Meda, nella Curt di Genitt, Franco apprese da piccolo il mestiere, soprattutto dallo zio Angelo Rurale. “Non amavo molto andare a scuola – racconta – e le alternative erano il lavoro nei campi o l’apprendimento di un mestiere. Il mio era uno dei tanti lavori che qualcuno chiamava mestè di lasarùn, perché non costava molta fatica. Finito il militare ho aperto il negozio in via Marconi, vicino al Circolone: quanti debiti allora…”. Nel 1962 Franco fa il “grande passo” e guadagna il centro storico, aprendo la bottega in via Libertà, all’angolo con la Curt Noeuva, dove rimarrà fino alla metà degli anni Novanta. Quindi il definitivo trasferimento in via Battisti dove, ancora oggi, a intervalli incredibilmente cadenzati, arrivano puntuali i suoi affezionati clienti. Chi volesse ripercorrere la storia del paese degli ultimi decenni ha solo l’imbarazzo della scelta. È una “Storia in poltrona”, fatta, vissuta o raccontata da chi si affida alle sapienti mani del barbè. Su quella poltrona, che è cambiata naturalmente nei materiali ma non nel calore umano che la avvolge, si sono seduti davvero tutti: sindaci, calciatori, operai, artigiani, commercianti, bambini. Donne no. “Sai come sono le donne…”, sorride. Sono passati cinquant’anni dall’apertura del primo negozio, qualche anno in più dalla sua prima sforbiciata. I capelli si sono fatti grigi, ma la cura e l’ordine sono impeccabili. Sulla cortesia e la disponibilità non c’è nemmeno da discutere. “In cinquant’anni mai un giorno di chiusura”, ricorda orgoglioso. Con quell’orgoglio che non gli ha fatto ancora stabilire il giorno in cui abbasserà la saracinesca: difficile rinunciare alle forbici, alle chiacchiere sull’amata squadra di calcio del paese, ai racconti dei clienti. Dall’epoca del taglio “all’italiana” alla prima moda dei capelli “a sbalzo”, dalle ricevute da cinquanta centesimi, all’arrivo dell’euro, Franco ha nel cassetto davvero tanti ricordi. Lui, che a 40 anni dovette tornare a scuola per i corsi imposti dalla Provincia e che ha formato tanti dei parrucchieri che ancora operano in paese (“perché senza la pratica non andavi da nessuna parte…”), ama soprattutto parlare di calcio, ricordando gli anni d’oro in cui Concorezzo vantava addirittura due squadre (la “Dante” e quella dell’oratorio), in cui i tifosi andavano a piedi allo stadio posto al confine con Monza o in cui i calciatori sfoderavano le scarpe solo per la partita domenicale allenandosi spesso a piedi nudi, gli anni del mitico “Ragno Fumagalli” in porta e del Peppino Secchi in serie A, gli anni in cui si andava a Bergamo in furgone per le finali che entrarono nella storia. Un libro aperto, basta sfogliarlo. Suona il campanello, entra un nuovo cliente. Fine della storia, si torna al presente: forbici in mano, si torna al lavoro. E insieme ai capelli, c’è un’altra storia da raccontare che resterà, almeno per qualche minuto, ad arricchire la biblioteca di questa affascinante bottega.
GUGIN D’OR DUMILAECINQ:
EDOARDO TERUZZI
La redazione di concorezzo.org, l’Associazione giovani padani Cuncuress e l’associazione I noster radìs conferiscono il "Gugin dumilaecinq" al consigliere Edoardo Teruzzi per i suoi primi trent'anni da consigliere comunale in Cuncuress (1975-2005).
Per aver tagliato un traguardo unico nella politica concorezzese: trent’anni consecutivi di presenza in Consiglio comunale. Costituendo a suo modo un personaggio irrinunciabile nel dibattito amministrativo locale, capace di attirare su di sé, come da copione, simpatie e antipatie, con l’augurio che il bene delle comunità sia il faro ispiratore della sua attività per altri trent’anni da consigliere comunale